Recensione “South Iceland” di Livio Bartolo/Andrea Esperti/Marco Calabretti

Recensione “South Iceland” di Livio Bartolo/Andrea Esperti/Marco Calabretti

Livio Bartolo/Andrea Esperti/Marco Calabretti

Etichetta discografica: Angapp Music

Anno produzione: 2019

Un climax rarefatto, a tratti elegiaco, velatamente onirico, che invita a una profonda ricerca introspettiva. South Iceland è la nuova creazione discografica autografata da Livio Bartolo (chitarra ed elettronica), Andrea Esperti (contrabbasso) e Marco Calabretti (batteria e percussioni, sax soprano in The Hungry Innocent – Magáll Hvarf úr Eldhúsi e T.L.T – Late pick up). La tracklist consta di nove brani scaturiti dalla fervida fantasia compositiva di Bartolo, eccezion fatta per The Hungry Innocent – Magáll Hvarf úr Eldhúsi (tradizionale islandese) e T.L.T – Late pick up (Bartolo/Esperti/Calabretti). In Reykjavík, toccante omaggio alla capitale islandese, il mood è crepuscolare e ammantante. Qui il playing del chitarrista è essenziale, profondamente causativo, locupletato da un carezzevole senso narrativo e descrittivo, nonché impreziosito dal manto ritmico, prettamente coloristico, cesellato da Calabretti. L’atmosfera criptica (e filmica) di Skálholt  crea uno stato di suspense. Gli intarsi armonici di Bartolo sono eterei, sui quali il tandem EspertiCalabretti dà vita a un fitto e concitato dialogo che si snoda verso il free. Denso di maliarde venature impressioniste ed echi di free jazz, South Iceland è un album dal quale affiora una forte componente intimistica e spirituale che anima Livio Bartolo, Andrea Esperti e Marco Calabretti. Questi tre talentuosi musicisti, attraverso il loro disco, intendono fotografare  e raccontare, tramite una comunicatività genuina e calorosa, la struggente bellezza di una terra incantevole come l’Islanda, i suoi colori, i suoi profumi, l’umanità della sua gente. Un Paese che è autentica fonte di ispirazione (soprattutto per Livio Bartolo) dal quale attingere come fosse una sorta di scrigno segreto.

Stefano Dentice

 

 

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