Recensione “Percorsi” di Marco Di Cesare

Recensione “Percorsi” di Marco Di Cesare

Marco Di Cesare

Etichetta discografica: Soundiva Music

Anno produzione: 2017

Fascinazioni mediterranee che si intersecano sinergicamente con un sound avvolgente e riscaldante. Percorsi è la nuova fatica discografica generata dall’intraprendente batterista e compositore Marco Di Cesare. Il jazzista pugliese riunisce un ampio parterre di valenti musicisti costituito da Andrea Sabatino (tromba e flicorno), Raffaele Casarano (sax soprano, sax alto ed elettronica), Nico Morelli (pianoforte) e Camillo Pace (contrabbasso) che rappresentano la spina dorsale della formazione, ai quali si aggiungono gli ospiti Anna Arces (voce in Are you breathing creating?), Virginia Pavone (voce in Are you breathing creating?), Lucia Iunco (voce in Are you breathing creating?), Tanya Pugliese (voce in I think about you), Demetrio Lepore (violoncello in Gabbiani) ed Eugenio Venneri (contrabbasso in I think about you). I nove brani presenti nel CD sono composizioni originali siglate da Di Cesare, ad esclusione di So wall frutto dell’acume creativo di Morelli. Il caracollante andamento di Angelo è distensivo. L’eloquio del pianista è breve, ma colmo di intensità espressiva. Fascinating Rio spicca per un mood giubilante e un groove incalzante. Qui l’incedere di Nico Morelli è straripante, pregno di incendiarie scorribande cromatiche e sprazzi di out playing. Casarano dà vita a un’elocuzione sgusciante, ornata da cenni di growl. So wall è un ammiccante brano mid-tempo che evoca l’immagine dei fumosi jazz club statunitensi. Sabatino costruisce un solo che pullula di intriganti inflessioni bluesy. Il sermone di Morelli è torrenziale, ingemmato da vertiginose progressioni cromatiche e armoniche sostenute da un’eccellente padronanza tecnica. Raffaele Casarano scandisce e cadenza il suo discorso improvvisativo con efficacia e sagacia. Percorsi è un album concepito a cavallo tra modern jazz e contemporary jazz, dal quale trasudano alcune lievi coloriture appartenenti alla world music. È un disco che si contraddistingue per la sua irrefutabile fruibilità, senza particolari pretese.

Stefano Dentice

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