Recensione “Now It’s My Turn” di Mario Guarini

Recensione “Now It’s My Turn” di Mario Guarini

Mario Guarini

Etichetta discografica: MG Records

Anno di produzione: 2017

Sound e groove devastanti, adrenalinici ed immediatamente contagiosi, che costituiscono l’ossatura di temi assai accattivanti. Now It’s My Turn è la nuova realizzazione discografica di Mario Guarini, eclettico e talentuoso bassista che, per questo progetto, si avvale della straordinaria partecipazione di svariati artisti, di cui alcuni blasonati a livello mondiale, ossia: Richard Bona (voce e basso), Vinnie Colaiuta (batteria), Michael Landau (chitarra), Simon Phillips (batteria) e Mike Stern (chitarra). A questi cinque fuoriclasse assoluti si aggiungono altri musicisti di inconfutabile valore, come: Donato Sensini (sax alto), Alberto Marsico (organo hammond), Nicola Costa (chitarra), Emanuele Montesanti (tastiere), Ciro Manna (chitarra), Salvatore Mufale (tastiere), Max Rosati (chitarra), Carlo Di Francesco (percussioni), Cristiano Micalizzi (batteria), Giampiero Grani (pianoforte e tastiere), Juan Carlos Albelo Zamora (armonica), Edoardo Tancredi (batteria), Peter De Girolamo (tastiere), Gionata Colaprisca (percussioni), Maurizio Dei Lazzaretti (batteria), Fabrizio Bosso (tromba), Flavio Mazzocchi (tastiere), Stefano Lestini (pianoforte), Isabella Krasnow (voce) e Luca Trolli (batteria). I tredici brani presenti nel CD sono frutto dell’ingegno compositivo dell’autore dell’album. L’impatto sonoro con Now It’s My Turn, prima traccia del disco, è letteralmente travolgente. L’eloquio di Mario Guarini deborda di nerbo espressivo, supportato dal comping possente ed energico cesellato da Colaiuta. Sable Rouge è una composizione avvolta in un climax esotico assai maliardo. Richard Bona, nell’attacco del solo, cita fugacemente St. Thomas dell’immenso Sonny Rollins, per poi procedere con la sua consueta verve comunicativa. L’eloquio di Sensini è fluido, sinuoso. Il mood di The Day Before è rassicurante. Qui Guarini snocciola un’elocuzione pregna di cantabilità e senso melodico. Il discorso improvvisativo di Stern è inebriante, denso di sensibilità interpretativa. Now It’s My Turn è un album che strizza manifestamente l’occhio al jazz fusion, in cui si raggiunge con successo un perfetto equilibrio tra abilità tecnica e comunicatività.

Stefano Dentice

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto