Recensione “Night Windows” di Alberto La Neve

Recensione “Night Windows” di Alberto La Neve

Alberto La Neve

Etichetta discografica: Manitù Records

Anno produzione: 2019

Un disco introspettivo caratterizzato da una ricerca timbrica costante, da una forte componente sperimentale e da un senso melodico sempre presente. Si presenta in questo modo Night Windows, ultimo disco in sax solo di Alberto La Neve pubblicato dall’etichetta Manitù Records. Come nel precedente album Lidenbrock, dedicato al celebre personaggio di Viaggio al centro della Terra, anche questa volta il sassofonista calabrese è alle prese con un soggetto specifico. In questo caso, però, l’ispirazione non viene dalle pagine di un libro di Jules Verne, ma dai quadri del pittore realista Edward Hopper. Ogni brano di Night Windows, infatti, trae spunto da un dipinto di uno dei più grandi autori del realismo americano degli anni Trenta. Manhattan Bridge Loop, track di apertura, è una composizione onirica, melodica e contemplativa. New York Movie è un brano inquieto, dove la loop station, grazie ad una melodia ripetuta, sottolinea la tensione di una tela che raffigura una donna pensierosa seduta al di fuori di una platea. In Room in Brooklyn La Neve si avvale della collaborazione della vocalist Fabiana Dota, che con la sua voce evocativa dipinge la solitudine che l’artista racconta nei suoi quadri. Automat è anch’esso un brano dove le melodie sinuose del sassofono vengono supportate dalla loop station. Night Windows, quinta traccia del CD, è senza dubbio uno dei brani più rappresentativi di questo lavoro che ben sintetizza la tensione e l’idea di solitudine che Hopper descrive attraverso i suoi quadri, pensando alla società contemporanea. Nighthawks e Chop Suey sono entrambe due composizioni assai introspettive che descrivono scene di vita vissuta dell’America degli anni Trenta, mentre Morning Sun, brano che chiude il disco, rappresenta al meglio il risveglio mattutino ricco di penombra descritto nel quadro. In sintesi, ancora una volta, La Neve dà prova di saper destreggiarsi al meglio traendo spunto da qualcosa di concreto. Tuttavia, anche se in questo album non manca una forte componente sperimentale, è visibile comunque una ricerca melodica più pronunciata, che rende le composizioni più mature e fruibili.

Carlo Cammarella

 

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