Recensione “Magip” di “GB Project”

Recensione “Magip” di “GB Project”

GB Project

Etichetta discografica: Alfa Projects

Anno produzione: 2018

Un disco dai mille colori, dove il jazz si sposa spesso con la musica latina, con le atmosfere popolari e composizioni dal carattere più moderno e sperimentale. Sono queste le peculiarità di Magip, secondo progetto firmato GB Project, pubblicato nel 2018 dall’Alfa Projects, marchio registrato della nota etichetta discografica Alfa Music. La band è composta da Alessandro Scala al sax soprano e tenore, Gilberto Mazzotti al pianoforte e al Fender Rhodes, Piero Simoncini al contrabbasso, Michele Iaia alla batteria e lo special guest Simone Zanchini alla fisarmonica. Un disco dalle mille sfaccettature, dunque, che abbraccia linguaggi differenti e che lascia trasparire una curiosità intellettuale verso diversi approcci al jazz e all’improvvisazione. Non a caso, infatti, le otto tracce che lo compongono, pur essendo molto diverse tra loro, sono assimilabili ad un’unica band, grazie a una vivacità artistica che funge da minimo comun denominatore. Bells in dancing, brano d’esordio, è caratterizzato da una melodia nitida, sincera e un po’ malinconica, dove un sassofono brillante ben si incastra con un andamento cadenzato ed avvolgente. In up è una composizione più moderna, caratterizzata da un groove deciso e variegato, con un Fender Rhodes che diventa elemento di spicco e di apertura tra passato e presente. In Pendular, invece, fuoriesce l’anima mediterranea della band, alle prese con una composizione dai tratti quasi popolari che si sposa con il linguaggio del jazz. Magip è il brano che più racchiude l’essenza della formazione, con un solo di sassofono iniziale dal grande impatto, che poi lascia spazio ad un andamento dai connotati funk. Quintino è invece un pezzo moderno, quasi free, dove gli strumenti dialogano fra loro tra dissonanze, estemporaneità ed improvvisazione, mentre Aria mediterranea è una composizione permeata di lirismo e malinconia, che mette in evidenza le radici del gruppo. Union è un brano potente, dinamico, dove a farla da padrone è l’interplay fra i membri della formazione, mentre Volo, che chiude il disco, è caratterizzata da una melodia nitida e da un andamento leggermente cadenzato. Insomma, sono tante e diverse le anime del GB Project, ed è soprattutto la curiosità intellettuale della band a metterle in comunicazione fra loro, creando un piacevole ascolto e brani adatti per gli amanti del genere, quanto per i neofiti.

Carlo Cammarella

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto