Recensione “Chromos” di Domenico Cartago

Recensione “Chromos” di Domenico Cartago

Domenico Cartago

Etichetta discografica: Auand Records

Anno produzione: 2017

Un’apollinea sensazione di essere catapultati a spasso nel tempo, sospesi tra le nuvole, sognando ad occhi aperti. Chromos è la nuova fatica discografica partorita dall’intraprendente pianista jazz e compositore Domenico Cartago, che per questo progetto si affida alla mani sapienti di Giorgio Vendola (contrabbasso), Pippo D’Ambrosio (batteria) e al talento cristallino di Elisabetta Pasquale (voce in Gamma). I sette brani presenti nel disco scaturiscono dall’ubertosa mente compositiva del leader, eccezion fatta per Gamma, concepita a quattro mani con Elisabetta Pasquale. Il mood di Anatema è riscaldante e particolarmente suggestivo. Cartago si esprime attraverso un pianismo denso di pause ponderate e scolpite in modo certosino, ingemmato da frasi centellinate con gusto e saggezza. Gamma è una composizione che deborda di colorazioni tendenti all’impressionismo e soluzioni armoniche assai interessanti. Qui la cantante interpreta il brano attraverso un timbro sussurrato, senza mai spingere forsennatamente. L’incedere di Domenico Cartago è ammaliante, ricco di progressioni finemente articolate. Il climax di Chromos, settima traccia del CD, brilla per una velato risvolto elegiaco. L’eloquio del pianista è narrativo e descrittivo, sostenuto dal costrutto ritmico cangiante e decisamente energico cesellato dall’accoppiata VendolaD’Ambrosio. Generato con il marchio del contemporary jazz, Chromos è un album abbastanza complesso sotto l’aspetto armonico e ritmico, ma abbondantemente significativo dal punto di vista emotivo, nel quale si tange inconfutabilmente una rimarchevole profondità intellettuale.

Stefano Dentice

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