Jam Session alle diciotto, mi preparo. Dalla via a piedi, arrivo prima come sempre, e nessuno. Diciotto e trenta, sete, bevo, e nessuno. Diciannove, languore e primi timidi amanti del Jazz. Palermo!
Porta aperta sulla strada antica, senza gorilla, perché lasciati liberi di entrare nel sogno.
Ore venti, il locale pieno di visi già distesi e sorridenti. Combattuto nello scegliere fra la musica, gli amici o l’ammiccante buffet, prendo tutto!
Luce gialla riverbera negli occhi mentre avvolto dal divano mi lancio all’ascolto di Route 66. Dal cubo nero vibra la voce di Mary Ann.
La musica dei compagni di serata che si accende ai sorrisi di Fabio, il quale mi racconta quanto la Jam Session sia palestra culturale e tecnica. Osmosi perfetta per l’interiorizzazione delle esperienze altrui. Il Jazz un linguaggio universale che se non conosci sei fuori. Un idioma che arriva direttamente ai cuori sulla melodia di Lover Man di Jimmy Davis con la voce di Marianna che ad ogni battuta, ad una ad una, accende le candele in tutto il Club.
Riprendo il dialogo con Fabio: “Il tuo Jazzman preferito?” Risponde: “Papa Francesco! Sta facendo molto Jazz con la sua religione vera di condivisione, senza distinzione alcuna, con preparazione ed umiltà. Tutti elementi alla base della filosofia di vita del Jazz.” Mentre lo ascolto l’atmosfera delle pareti si colora delle pennellate del sax di Larry.
Lascio il mio secondo di Merlot Tasari mentre il sigaro mi porta fuori. Ciccio di otto anni supera il fumo e mi dona il suo pensiero: “Il Jazz è come il Rock! Ma mentre il Rock è come quel muro il Jazz è come quel lampione: fa luce!”
Rientro in un’atmosfera dove il gioco delle melodie segue una giostra di alternanze artistiche: Fabrizio Pezzino, Fabio Nicosia, Bino Cangemi, Fausto Riccobono, Tommaso Chirco, Roberto Mezzatesta, Marianna Costantino, Larry Nash, Dario Nicchitta che infortunato suona con lo sguardo.
Jam Session a Forme d’Arte, fortunato chi la respira. Gli assenti non so cosa stessero sognando!
Torno sulla mia strada ricco per aver speso bene un momento della mia vita, che non avrà ritorno.
Si replica tutti i Sabati.
PRO: accoglienza, servizio, comfort, clientela selezionata, musica live doc, cucina eccellente
CONTRO: presentarsi senza compagnia
VALUTAZIONE:
“I’d give my soul just to call you my own”