Recensione “My Name Is” di “Peppe Santangelo Nu Quartet”

Recensione “My Name Is” di “Peppe Santangelo Nu Quartet”

Peppe Santangelo Nu Quartet

Etichetta discografica: Alessio Brocca Edizioni Musicali

Anno produzione: 2019

Un sound assai energico, marcato e sempre efficace, ornato da alcuni intrecci (poli)ritmici di ottima fattura, nonché da architetture armoniche estremamente interessanti. My name is è la nuova creatura discografica firmata Peppe Santangelo Nu Quartet, intraprendente formazione costituita da Peppe Santangelo (sax tenore), Gabriele Orsi (chitarra), Yazan Greselin (organo hammond e tastiere) e Francesco Di Lenge (batteria). Il CD si compone di nove brani originali figli della vivida vena compositiva del sassofonista. Il felpato andamento di Sonny è particolarmente ammaliante. L’eloquio di Santangelo, impreziosito da un suono riscaldante, è flessuoso, guizzante, pregno di incendiarie scorribande cromatiche. Greselin dà vita a un playing fremente, torrenziale, locupletato da alcune inebrianti progressioni. L’elocuzione sviscerata da Orsi è ammiccante, sudante, colma di intriganti inflessioni bluesy. In Horace, il climax esotico è immediatamente contagioso. Qui il discorso improvvisativo di Santangelo è ipnotico, variopinto timbricamente, sostenuto dal comping ricco e intenso tessuto da Di Lenge. L’accattivante andamento funk di Peppe’S Groove è coinvolgente sin dalle primissime misure. Il solo di Peppe Santangelo è sinuoso, dal forte appeal. Concepito in pieno solco contemporary jazz, My name is è un album che rifugge da qualsiasi forma di banalità. Al contrario, invece, Peppe Santangelo e i suoi preziosi partner mirano a far emergere prepotentemente la loro personalità musicale e un’identità espressiva che possa essere subito riconoscibile.

Stefano Dentice

 

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