Recensione “Meanwhile” di “Livio Bartolo Variable Unit”

Recensione “Meanwhile” di “Livio Bartolo Variable Unit”

Livio Bartolo Variable Unit

Etichetta discografica: Angapp Music

Anno produzione: 2017

Un sorprendente e ricercato melting pot debordante di suspense, guidato da un profondo afflato. Meanwhile è la nuova fatica discografica realizzata da Livio Bartolo Variable Unit, ardimentosa formazione costituita da Alessandro Semeraro (clarinetto), Livio Bartolo (chitarra e pianoforte in Mistery on 28th street), Simone Deve (pianoforte e piano preparato), Andrea Esperti (contrabbasso) e Gianni Lanotte (batteria). La tracklist consta di dodici composizioni originali scaturite dalla ferace meninge del chitarrista, eccezion fatta per Monk’s point (Thelonious Monk) e Days of wine and roses (Henry Mancini). In B.M.S. (Black Mistery School) la tensione sonora e armonica si taglia a fette. Qui il quintetto dialoga ardentemente inneggiando al free, nel segno dell’improvvisazione collettiva e della più totale libertà creativa. Lettera è un brano avvolto in un climax serafico, fortemente evocativo. Esperti, Deve, Bartolo e Semeraro si esprimono attraverso uno spiccato senso melodico, supportati dal costrutto ritmico perfettamente calzante cesellato da Lanotte. Il senso di mestizia che si prova ascoltando Scorrere è particolarmente toccante. L’eloquio del clarinettista è essenziale, placido, adornato dal sobrio manto armonico tessuto da Bartolo. Meanwhile è un album che mantiene la soglia dell’attenzione costantemente viva, colmo di suggestive colorazioni europee, specificamente nordiche, ma ricco anche di spunti assai interessanti che strizzano l’occhio al free jazz e, a sprazzi, all’avant-garde jazz. Il tutto suggellato da un lodevole gusto e da un’elogiabile e minuziosa cura delle dinamiche che nutrono abbondantemente udito, mente e anima.

Stefano Dentice

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