Recensione “Clank” di “Marco Murgioni Clank Quartet”

Recensione “Clank” di “Marco Murgioni Clank Quartet”

Marco Murgioni Quartet

Etichetta discografica: Autoprodotto

Anno produzione: 2016

Echi di tradizione jazzistica dai quali attingere come pretesto e punto di partenza per imbastire una perlustrazione di nuovi orizzonti stilistici e sonori. Clank è il nuovo capitolo discografico targato Marco Murgioni Clank Quartet, interessante quartetto costituito da Marco Murgioni (tromba), Paolo Bacchetta (chitarra), Giacomo Papetti (contrabbasso) e Valerio Abeni (batteria). La tracklist si compone di otto brani originali scaturiti dalla feconda vena compositiva del leader. Il climax esotico di Big Horse è colmo di fascino. L’elocuzione di Murgioni è placida, impreziosita da un pathos meditativo. Bacchetta cesella un eloquio speziato, intriso di colorazioni arabeggianti e ornato da un suono graffiante, tagliente, sostenuto dal costrutto ritmico possente e sempre stimolante architettato dal tandem PapettiAbeni. Murtas è una composizione dal mood immaginifico. Qui il playing del trombettista è profondamente ispirato, rarefatto. In On Board Papetti sfrutta con intelligenza e consapevolezza l’ampia gamma timbrica del contrabbasso. Clank è un album particolarmente screziato, che ammicca chiaramente al contemporary jazz, in cui pullulano apollinee coloriture mediterranee e leggere ventate provenienti dal Nord Europa.

Stefano Dentice

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