Recensione “Worst Intentions” di “Andrea Cincinelli Organ Trio”

Recensione “Worst Intentions” di “Andrea Cincinelli Organ Trio”

 

Andrea Cincinelli Organ Trio

Etichetta discografica: Autoprodotto

Anno produzione: 2016

Un mood ammiccante e seducente che si riflette costantemente con gioiosità comunicativa e genuinità interpretativa durante lo scorrere della musica. Worst Intentions è la nuova realizzazione discografica griffata Andrea Cincinelli Organ Trio, formazione costituita da Andrea Cincinelli (voce e chitarra), Manrico Seghi (organo hammond) e Giovanni Paolo Liguori (batteria). I dodici brani che compongono la tracklist sono siglati dal leader, ad esclusione di Autumn Leaves (Joseph Kosma), The days of wine and roses (Henry ManciniJohnny Mercer) e Prelude to a kiss (Duke Ellington). G Song è un brioso e incalzante brano mid-tempo. Qui Il playing di Cincinelli è altamente efficace e istintivo. In First rule il chitarrista indossa anche i panni del vocalist. Il suo incedere è essenziale e cantabile. Abyss Promenade, composizione enigmatica e tensiva, rappresenta una decisa virata verso atmosfere che strizzano palesemente l’occhio al free. Cincinelli, Seghi e Liguori dialogano intensamente cesellando paesaggi sonori bizzarri e surreali, imperlati da idee armoniche e ritmiche particolarmente interessanti. All’insegna del jazz mainstream, in cui non mancano alcune intriganti venature smooth jazz e spolverate di soul jazz, Worst Intentions è un disco che, senza grandi pretese, spicca per estrema piacevolezza e facile appeal.

Stefano Dentice

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