Recensione “Solo un attimo” di “Marco Detto Trio”

Recensione “Solo un attimo” di “Marco Detto Trio”

Marco Detto Trio

Etichetta discografica: Alessio Brocca Edizioni Musicali

Anno produzione: 2016

Talvolta, un incandescente virtuosismo non è necessariamente sinonimo di autoreferenzialità, specialmente quando viene messo al servizio dell’espressività e della musicalità. Solo un attimo, la nuova fatica discografica targato Marco Detto Trio, formazione costituita da Marco Detto (pianoforte e synth), Marco Ricci (contrabbasso) e Tony Arco (batteria), esemplifica manifestamente questo concetto. Il CD contiene nove brani originali che sgorgano dalla fertile materia grigia del leader, eccezion fatta per My Romance (Richard RodgersLorenzo Hart). In Reminescenses, brano swingante assai vivace, Detto sprinta cromaticamente con estrema naturalezza, irruenza e lodevole fluidità, sostenuto dal costrutto ritmico altamente vibrante ed energico tessuto dal tandem RicciArco. Il climax di lieve mestizia che avvolge Nostalgia è toccante. Qui l’eloquio del pianista è teneramente narrativo e intelligentemente calibrato. Il ricco sermone improvvisativo di Marco Ricci è imperlato da un nobile senso melodico. Il seducente groove di Another Day contagia immediatamente l’ascoltatore. Detto snocciola ammiccanti blue notes a grappoli e impreziosisce la sua elocuzione attraverso alcune improvvise e repentine impennate cromatiche. Solo un attimo, concepito nel segno del contemporary jazz, è un disco stilisticamente variopinto, colmo di stimolanti intrecci poliritmici, che da un lato esalta le irrefutabili doti tecniche di Marco Detto e dei suoi due valenti sodali, ma dall’altro brilla per profonda sensibilità, regale cantabilità e sprazzi di intenso lirismo.

Stefano Dentice

 

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